Nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2025, un violento terremoto ha colpito il mare al largo della Penisola della Kamchatka, in Russia. La scossa principale ha avuto una magnitudo momento (Mwpd) di 8.6, mentre il USGS (l’ente geologico degli Stati Uniti) ha stimato una magnitudo Mw di 8.8. Si tratta di uno dei dieci terremoti più forti mai registrati a livello globale.
By USGS - www.usgs.gov
La magnitudo momento misura l’energia rilasciata da un terremoto, ed è oggi la scala più utilizzata per i grandi eventi sismici. Un valore superiore a 8 indica un terremoto estremamente potente, capace di generare tsunami e causare danni anche a grande distanza.
Il terremoto è avvenuto lungo l’Arco delle Kurili-Kamchatka, una catena di isole vulcaniche e montagne sottomarine che si estende per oltre 2.000 km, da Hokkaido (Giappone) fino alla Penisola della Kamchatka. Questa regione è una delle più sismicamente attive del pianeta.
Schema semplificato dell’arco di subduzione Kuril-Kamchatka. La Placca Pacifica si immerge sotto la Placca Okhotsk lungo la fossa oceanica Kuril-Kamchatka, generando intensa attività sismica e vulcanica. Sono visibili i principali strati geologici e la zona di Wadati-Benioff, dove si concentrano i terremoti profondi. Le frecce indicano la direzione del movimento delle placche.
Qui la placca del Pacifico scivola sotto la microplacca dell’Okhotsk, parte della più vasta placca nordamericana. Questo processo, chiamato subduzione, genera forti pressioni e deformazioni nella crosta terrestre. Quando l’energia accumulata supera la resistenza delle rocce, si libera sotto forma di terremoto. Lungo questa zona si trova la faglia megathrust, dove si verificano i terremoti più potenti. In eventi come quello del 30 luglio, il fondale marino può spostarsi di diversi metri, generando onde di tsunami.
Circa dieci minuti dopo la scossa, il Pacific Tsunami Warning Center ha emesso allerte per tutto il Pacifico: Hawaii, Giappone, California, Sud America, Filippine e altri Paesi. Le onde hanno raggiunto 2-3 metri alle Hawaii, circa 1 metro in Giappone (dove sono state disposte evacuazioni, anche a Fukushima) e alcuni metri lungo la costa russa.
Mappa dei tempi di arrivo dello tsunami nel Pacifico, generato dal terremoto al largo della Kamchatka. Le linee di contorno indicano il tempo (in ore) impiegato dalle onde per raggiungere le diverse coste dell’Oceano Pacifico. Fonte: NOAA.
Uno tsunami è una serie di onde marine causate da un improvviso spostamento del fondale oceanico, spesso dovuto a un terremoto. Può viaggiare a oltre 700 km/h e colpire coste lontane. I mareografi, strumenti che misurano il livello del mare, aiutano a monitorare e prevedere l’arrivo delle onde.
La regione ha una lunga storia di terremoti devastanti: nel 1952 si verificò un sisma di magnitudo 9.0, seguito da uno tsunami con onde alte fino a 12 metri. Altri eventi significativi includono i terremoti del 2006 e 2007 (M 8.3 e M 8.1), e quello profondo del 2013 (M 8.3) sotto il Mare di Okhotsk, il più forte mai registrato a quella profondità (600 km).
Dal 1900, lungo l’arco Kurili-Kamchatka si sono verificati oltre 130 terremoti di magnitudo ≥7 e 12 di magnitudo ≥8.
Il terremoto del 30 luglio è stato preceduto da scosse significative nei giorni precedenti (fino a M 7.4 il 20 luglio) e seguito da oltre 50 repliche, alcune superiori a magnitudo 6.9. È normale che eventi di questa intensità generino aftershocks, cioè scosse secondarie, anche per settimane.
Mappa della sismicità storica (1900–2016) lungo l’arco Kurili-Kamchatka e le placche circostanti. Sono indicati i principali terremoti (M≥8), le profondità ipocentrali, le zone di subduzione e i vettori di movimento relativo tra le placche. Le linee di contorno rappresentano la profondità della placca in subduzione (slab depth). Fonte:(fonte: USGS).
La velocità di subduzione della placca del Pacifico varia da 79 a 93 mm/anno lungo l’arco. A sud, la convergenza è obliqua, generando sia terremoti di tipo compressivo (thrust) che laterale (strike-slip). A nord, la subduzione è più diretta e profonda, con terremoti che possono raggiungere i 650 km di profondità. La presenza di vulcani attivi, faglie complesse e microplacche rende la regione un laboratorio naturale per lo studio della sismotettonica.
Anche la rete di monitoraggio Net4Fer, sviluppata per lo studio del microsismicità e attiva nel territorio di Ferrara, ha registrato l’evento con tutte le sue stazioni. Nonostante la distanza, la potenza del sisma ha permesso di rilevare chiaramente le onde sismiche anche in Italia, confermando l’efficacia della rete nel monitoraggio.
Drum plot della stazione sismica FEM1 della rete Net4Fer, relativo al terremoto del 30 luglio 2025. Ogni riga rappresenta 30 minuti di registrazione continua. Il picco centrale evidenzia l’arrivo delle onde sismiche generate dal sisma al largo della Kamchatka.Fonte: Università degli Studi di Ferrara
Il terremoto del 30 luglio 2025 è un potente promemoria della forza della natura e della complessità dei processi geologici che modellano il nostro pianeta. Comprendere questi fenomeni è essenziale per migliorare la prevenzione, la preparazione e la resilienza delle comunità costiere in tutto il mondo.