Il monitoraggio delle pressioni di poro è un aspetto fondamentale in contesti industriali dove sono previste attività di estrazione/reiniezione di fluidi dal/nel sottosuolo, come delineato negli Indirizzi e Linee Guida del 2014 e del 2016. Questo monitoraggio serve per misurare la pressione nei pori e negli interstizi presenti nelle rocce che contengono l'acquifero da cui viene estratto il fluido geotermico. Tale parametro è considerato essenziale per controllare che le attività di estrazione e re iniezione nel serbatoio geotermico non abbiano un impatto sul sottosuolo.

Nel campo sperimentale geotermico di Casaglia, il monitoraggio delle pressioni di poro è una variabile importante, dove si effettuano misurazioni regolari per garantire il controllo dell’ambiente sotterraneo. Utilizzando sensori permanenti e analizzando i profili statici nei pozzi selezionati, possiamo comprendere meglio la dinamica dell’intero reservoir. In particolare, il Pozzo Casaglia 1 è oggetto di un monitoraggio costante della pressione del fluido geotermico per garantire il corretto funzionamento del sistema.

Per il monitoraggio delle pressioni di poro, si impiegano sensori a fondo pozzo per misurazioni continue e manometri per la pressione del fluido geotermico. Si effettuano anche misurazioni regolari per tracciare le variazioni di pressione nel tempo e si utilizzano strumenti di lettura in superficie per raccogliere dati in tempo reale.

In generale, i principali strumenti utilizzati per il monitoraggio delle pressioni di poro includono:

  • sensori a fondo pozzo: strumenti fissi o temporanei installati nel pozzo per misurare la pressione in continuo;
  • manometri: utilizzati per misurare la pressione del fluido geotermico, sia a monte che a valle delle valvole regolanti;
  • profili statici periodici: misurazioni regolari effettuate a intervalli prestabiliti per monitorare le variazioni di pressione nel tempo;
  • strumenti di lettura in superficie (surface read-out): permettono di raccogliere dati dai sensori a fondo pozzo in tempo reale.

I dati rilevati si confrontano con quelli del monitoraggio sismico per cercare correlazioni. L’uso di analisi statistiche per rilevare eventuali correlazioni e/o cambiamenti nelle pressioni, che possono essere indicatori di condizioni critiche, ci aiuta a capire se le variazioni di pressione possono portare a un aumento dell’attività geotermica o sismica, anche se queste variazioni si manifestano in tempi diversi.

Gli obiettivi del monitoraggio includono la quantificazione dei valori di fondo, il monitoraggio della sismicità, l’aggiornamento dei modelli del sottosuolo, la valutazione dell’evoluzione delle pressioni e la distinzione tra sismicità naturale e antropica.

Le implicazioni di queste variazioni sono molteplici e importanti:

  • stabilità del serbatoio: cambiamenti nelle pressioni possono influenzare il comportamento meccanico delle rocce, con possibili effetti come terremoti minori o cedimenti del suolo;
  • efficienza dell’estrazione: la pressione influisce su quanto efficacemente possiamo estrarre o reiniettare il fluido geotermico;
  • monitoraggio ambientale: le misure ci permettono di valutare l’impatto delle attività umane sul sottosuolo e di aggiornare i modelli geologici;
  • prevenzione dei rischi: un monitoraggio preciso ci permette di prevenire rischi legati a variazioni improvvise di pressione;
  • correlazione con la sismicità: analizzando le variazioni di pressione insieme ai dati sismici, possiamo prevedere un eventuale aumento del rischio sismico.

Questo approccio proattivo nel monitoraggio e nell’analisi ci permette di gestire il campo geotermico in modo responsabile, assicurando un esercizio sicuro e sostenibile delle risorse geotermiche, con un minimo impatto ambientale e ridotti rischi associati.